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LA LEZIONE DI PADOVA CONTRO LA PAURA.

Da Padova arriva il segnale più nuovo e incoraggiante delle ultime elezioni amministrative.
Perché a Padova è nato il coraggio di sconfiggere la paura.
Candidato della destra e sindaco uscente era uno dei professionisti più spregiudicati della paura, Bitonci, già noto alle cronache nazionali come sindaco anti-kebab a Cittadella e sindaco-sceriffo armato a Padova.  Tutta la carriera politica di Bitonci era basata sulla capacità di generare o gonfiare paure per proporre poi soluzioni securitarie, prepotenti e illiberali. Ogni altra azione o parola era secondaria. La cosa importante era far sentire i padovani minacciati da pericolosi nemici pronti a invadere e derubare le loro proprietà e le le loro vite. Va detto sinceramente che ottenere questo tipo di emozione dai padovani non è nemmeno troppo difficile ed è proprio per questo che la reazione della città va ben oltre il suo positivo risultato: non è stato sconfitto solo Bitonci, ma anche l’abitudine alla paura che lo sosteneva dal profondo.
E se è possibile a Padova, forse lo è anche altrove.
In meno di 6 mesi gruppi spontanei di cittadini riuniti nel movimento Coalizione Civica hanno costruito un’onda lunga di dignità e partecipazione che ha ottenuto oltre 22mila voti al primo turno e ha determinato al ballottaggio la vittoria del candidato indipendente del PD, Sergio Giordani, che onestamente ha dichiarato di aver vinto soprattutto grazie all’entusiasmo e alla novità di Coalizione Civica. Il PD infatti, dilaniato da crisi identitarie e lotte interne, è quasi scomparso, perdendo migliaia di voti e riducendo di gran lunga la capacità di mobilitazione sociale e culturale (come d’altronde nella maggioranza delle città andate al voto domenica scorsa). Il M5stelle nel frattempo è praticamente inesistente, messo alle corde da una cittadinanza veramente attiva e non schiava dell’unica spinta propulsiva del movimento di Grillo, il vaffanculo e il suo sterile spettacolo.
Ora Padova ha una grande occasione, può diventare laboratorio di una nuova politica capace di liberarsi dalla paura, attivare idee per una società più aperta e giusta ed evitare piatti qualunquismi.
A livello nazionale il Veneto fa notizia solo quando conferma la sua fama di terra chiusa, ostile e impaurita e di fatto molto ha prodotto la politica veneta in questa direzione. Ma la società veneta è da sempre attraversata anche da sperimentazioni sociali e politiche innovatrici, da tentativi coraggiosi di cambiare le regole, da proposte di direzioni inattese. Quella emersa a Padova in queste elezioni è una di queste. Va seguita, sostenuta e fatta crescere.
Molto importanti saranno le pratiche che l’amministrazione padovana saprà mettere in atto per uscire davvero dall’era della paura. Mi auguro che sarà capace di dimostrare che la vera sicurezza nasce dalla partecipazione e non dalla protezione, che la vera paura nasce dall’ignoranza e non dall’incontro, che la vera minaccia è figlia del non rispetto e che la vera giustizia sociale ed economica è prodotta da politiche di redistribuzione e non di differenziazione. Mi auguro che i padovani, tutti, quelli “indigeni” e quelli “nuovi”, escano dalle loro case, partecipino alla vita civile e culturale, discutano, riempiano strade e piazze, riaprano cinema e teatri, chiedano rispetto per i loro comuni diritti, rispedendo al mittente i consigli di chi li voleva in guerra tra loro per conservare piccoli miopi privilegi o proteggere cortili privati sempre più ristretti. Mi auguro che la nuova classe politica rifugga con coraggio la facilità di rappresentare singoli interessi, economici o etnici che siano, e persegua l’ambizioso ma necessario obiettivo di migliorare il bene comune, ciò che sta in mezzo a tutti noi, ciò che ci permette di incontrarci e condividere, di mettere insieme idee, provenienze e speranze.
Se così sarà non vi sarà più alcuno spazio per la meschinità di professionisti della paura che per anni hanno svalutato l’intelligenza delle persone offrendo loro provvedimenti anti-kebab come obiettivi di civiltà. 
E se così sarà la politica nazionale avrà finalmente un esempio da seguire, per aprire un nuovo spazio di dignità e partecipazione che sappia sconfiggere i populismi xenofobi o qualunquisti, ma anche produrre una seria alternativa ai conservatorismi di centro-destra o centro-sinistra controllati da poteri economici e istituzionali contrari a veri cambiamenti sociali e culturali.
Grazie Padova e buon nuovo viaggio.

P.S. un unico piccolo consiglio a Coalizione Civica: sarebbe bello avviare un percorso partecipato per trovare un nome vero e meno vago al movimento. Ma c'è tempo.